Con questo post inizia il racconto di #uffiziarcheologia, l’archeoblogtour dello scorso 21 settembre agli Uffizi a cui hanno partecipato diversi archeoblogger. Iniziamo noi di ArcheoKids (a modo nostro!) per poi passare parole e post ai nostri colleghi.
Un grande scalone con gradini molto alti, busti di pietra che ti guardano mentre sali faticosamente, tablet in mano e zaino sulle spalle.
Una volta giunti in cima la galleria ti si apre davanti e non ci credi: è deserta. Le statue ti guardano grevi dall’alto dei loro piedistalli, i soffitti dipinti accompagnano la visita proponendo sempre nuovi sfondi. Nessun turista a ostacolare la visuale, marmi e dipinti si prestano a pochi occhi, quelli degli archeoblogger, per la prima volta insieme agli Uffizi lo scorso lunedì 21 settembre.
“Ercole, Ercole!!! Basta stringermi i capelli e torcermi la testa, Ercole basta, ti prego! Guarda, ma ti sei accorto? Chi sono questi che ci fanno foto da tutte le posizioni e muovono le dita così velocemente? E perché sono qui di lunedì, oggi la galleria è chiusa??!! Dal 1595, anno in cui ci troviamo qui, non ho mai visto individui del genere!!!”
“Nesso, taci! Non riuscirai a rapire mia moglie Deianira blaterando fandonie, non mi interessa chi sono questi, se mi fanno foto è perché sono un eroe sempre di moda, e dopo il restauro concluso lo scorso febbraio ancora più splendente… Poi vedi che hanno una guida, sono autorizzati, non mi distrarrò così facilmente!”
Appassionata, dinamica, coinvolgente. La voce che conduce e scandisce la visita è quella di Fabrizio Paolucci, curatore archeologo della celeberrima collezione fiorentina. Il primo archeoblogtour è stato organizzato proprio da lui e da Cristiana Barandoni, che hanno invitato alcuni degli archeoblogger più attivi in rete (oltre a noi di ArcheoKids c’erano Antonia Falcone di Professione Archeologo, Astrid D’Eredità di ArcheoPop, Marina Lo Blundo di Generazione di archeologi, Stefania Berutti di Memorie dal Mediterraneo e Silvia Lischi di Archeotoscana). L’obiettivo è stato quello di far conoscere la collezione di archeologia degli Uffizi in modo diverso, utilizzando i social e la rete e dando seguito alla strada iniziata recentemente dal Dipartimento di Antichità Classiche.
Ercole e Nesso non sono i soli: la Tribuna (aperta per noi eccezionalmente) con la Venere Medici, la sala delle Niobidi, la domus romana e la chiesa longobarda di San Pier Scheraggio sono solo tre delle irresistibili meraviglie che la nostra guida ci ha sottoposto. Noi le abbiamo immortalate tutte con le nostre fotocamere e intorno all’hashtag #uffiziarcheologia abbiamo scatenato il nostro entusiasmo, raccontando il tour in diretta.
“Ehi ma… quanti sguardi indiscreti! Insomma, è lunedì, non c’è mai nessuno e io mi sto preparando come al solito per il bagno, qui nella mia Tribuna. Non che mi senta a disagio, sono la dea della bellezza, però tutte queste persone che scrivono di me su internet mi faranno buone recensioni? Sono convinta di sì, a occhio sono bravi ragazzi e ottimi professionisti! Se solo potessero ancora vedere la lamina aurea che decorava la mia capigliatura!!”
Conoscete il progetto Gold Unveiled? Realizzato dagli stessi organizzatori dell’archeoblogtour, questo progetto vuole proporre un nuovo percorso di visita alla collezione archeologica mettendo al centro una tematica di difficile comprensione: le tracce di doratura che ancora si trovano su alcune sculture e su alcuni rilievi, non più visibili ad occhio nudo. Il percorso, che sarebbe stato complicato gestire con i pannelli, è stato sviluppato sulla rete: attraverso i QR code è possibile svelare le opere con le dorature, così come nell’esempio della Venere Medici nella figura qui sotto.
Quello che ci interessa da vicino è che il progetto è stato arricchito da una sezione per bambini, Gold Unveiled 4 kids, che è costituito da un piccolo libretto il cui obiettivo è quello di far conoscere le dorature attraverso attività divertenti ed educative. La fascia d’età di riferimento è quella da 5 ai 9 anni ed è utilizzabile autonomamente o con l’aiuto dei genitori. Giochi, quiz, cruciverba e altri giochi sono utilizzati per calare i bambini all’interno di questi capolavori
a cui il tempo ha cancellato il loro colore originario.
“Ahi, lo sapevo! Sempre con la testa per aria e con i piedi scalzi, ero così concentrato a cercare le dorature del percorso Gold Unveiled e mi sono fatto male, chissà cosa ho pistato… Mi chiamano lo Spinario, e anche se in un museo non ci sono spine mi faccio male uguale! Però i giochi di questo libretto mi piacciono e li finirò tutti, io abito negli Uffizi e ho tutto il tempo che voglio!”
E voi volete spendere un po’ del vostro tempo a conoscere la collezione archeologica degli Uffizi? Dopo aver letto ciò che scriveranno gli altri archeoblogger ne sarete convinti!
C’era una volta un bambino di nome Francesco che, dopo aver trascorso infanzia e adolescenza visitando siti greci e romani nel Mediterraneo, sa che diventerà archeologo. Si iscrive all’università di Siena convinto di studiare le antichità classiche ma ben presto capisce non c’è cosa più bella di condividere e vivere l’archeologia e le sue storie con tutti, bambini compresi. E continua a farlo anche dopo aver terminato il suo dottorato in archeologia pubblica.
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