“Un povero eroe coraggioso e stanco” che fugge da Troia devastata dalle fiamme con il vecchio padre Anchise sulle spalle e il piccolo figlio Ascanio di fianco, dopo aver perso la moglie Creusa, svanita e poi riapparsa sotto forma di ombra.
Lo descrive così Enea Carola Susani all’inizio del libro, edito per laNuovafrontierajunior, che ripropone in una versione adatta ai più piccoli (a partire dagli 8 anni) il celebre e incompiuto poema dell’Eneide scritto da Publio Virgilio Marone tra il 31 e il 19 a.C.
Non una riduzione, che tanto vanno di moda in questo periodo, né una rielaborazione del celebre libro, semmai una rilettura in grado di appassionare il giovane lettore a personaggi e temi che un giorno magari da grande, a scuola o per personale interesse, potrà approfondire e provare a capire meglio.
Ciò che più interessa all’autrice è, a mio avviso, puntare l’attenzione sulla complessità di un eroe, ben diverso da quelli omerici, che sente su di sé il peso della responsabilità rispetto alla quale tutto passa in secondo piano, persino la sua stessa volontà e gli affetti.
Un eroe e un uomo schiacciato dal fato, ostaggio del capriccio degli dei, di Giunone soprattutto, che di continuo prova a mettergli il bastone tra le ruote. “La sua ira veniva dal passato ma anche dal futuro”, perché Giunone sa per certo che la città, che sarebbe nata proprio grazie ad Enea dal seme di Troia, avrebbe un giorno distrutto la sua protetta Cartagine.
E così se nella prime pagine emerge in tutta la sua ambiguità e drammaticità l’umanità di Enea, come quando abbandona Didone, follemente innamorata di lui, condannandola di fatto alla morte (e qui l’autrice, pur desiderandolo, non potrebbe certo salvarla) o scende nell’Averno per ritrovare il padre Anchise, anch’egli morto, e rassicurarlo sulla sua sorte, nella seconda parte del libro è la componente eroica del personaggio a prevalere: la forza, che non è certo inferiore all’onore, gli consente infine di avere la meglio sul rivale Turno, mettere fine alla guerra tra Troiani e Latini e dare inizio ad una nuova stirpe.
Perché raccontare tutto questo ai bambini, descrivere la guerra e il carico di morte che sempre l’accompagna, indugiare sul tormento, sulla pena o sulla ferocia di alcuni personaggi? La verità, neppure quella epica, non va mai edulcorata quando la si offre ai bambini, farlo significherebbe affidar loro le chiavi di una porta che non si apre, semplicemente perché dietro di essa non c’è nulla, né un mondo reale né un mondo fantastico che è cosa ben diversa dalla realtà camuffata. Le storie dovrebbero insegnarci sin da piccoli a decifrare il mondo intorno a noi, a non evitare il dolore ma a saperlo trasformare, a non lasciarsi travolgere dalla felicità ma ad assaporarla, a non ignorare le grandi questioni della vita ma a saperle gestire, talora con istinto altre volte con
saggezza altre ancora con imprudenza. E la storia di Enea, che racconta di un fallimento ma anche di un tentativo di riscatto, può in quest’ottica insegnare qualcosa anche ai più piccoli, gettare un seme di coscienza che un giorno germoglierà.
Di questo messaggio, nei secoli inalterato, Carola Susani si fa portavoce offrendolo ai lettori con una prosa scorrevole e piacevole e un linguaggio che, sia pur colloquiale, di tanto in tanto si arricchisce di termini aulici che per così dire fungono da “segnali lessicali” nel corso della narrazione: dove se ne incontra uno bisogna fermarsi un attimo, concentrarsi, approfondire e poi
ricominciare il viaggio tra le pagine.
A rendere ancor più incalzante il ritmo, già di per sé sostenuto della vicenda, sono le llustrazioni di Rita Petruccioli, compagna di avventura della Susani in un altro volume comparso nella stessa collana di “Classici Illustrati”: Miti Romani. Sulla forza espressiva dei disegni di Rita Petruccioli, dalle linee pulite e i colori decisi, ho già espresso altre volte il mio punto di vista, che è di una ammirazione sconfinata e sincera. Non riesco più a figurarmi ormai nella testa eroi ed eroine se non nella forma figurativa data loro dalla Petruccioli. Qui si può aggiungere solo che la sua matita è riuscita, tanto quanto le parole dell’autrice, a restituire graficamente il dilemma di Enea, a partire dall’immagine in copertina: l’eroe fugge ma è dilaniato tra la voglia di restare nella sua terra (lo sguardo cupo e sofferente rivolto all’indietro) e il desiderio di partire e ricominciare (quella mano tesa in avanti verso quella del figlioletto Ascanio).
La forza dell’Eneide è tutta riassunta nell’assoluta perfezione di questa immagine.
Eneide
"Vi racconto di un povero eroe coraggioso e stanco, Enea, che da Troia era sul punto di approdare sulle coste d'Italia..."
I dodici libri del famoso poema epico virgiliano riprendono vita attraverso le parole di Carola Susani e le immagini di Rita Petruccioli, che con grande ritmo e maestria ci fanno ripercorrere le pergerinazioni di Enea, eroe bello e responsabile, che arriva nel Lazio per fondare quella città nuova che gli era stata predetta.
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Mi chiamo Giovanna e vivo in Puglia. Ho sempre avuto le idee molto chiare: a 8 anni sapevo già che avrei fatto l’archeologa. Per anni mi sono divisa tra gli scavi e montagne di mattoni, tegole e coppi. Chissà, forse sono fatta un po’ di argilla…
Poi, ho capito che dovevo raccontare l’archeologia ai bambini e dare un senso, una prospettiva al mio lavoro. E allora ho scoperto una cosa fondamentale: le storie sono l’unica cosa che ci lega al passato e al futuro e che nessuno potrà mai portarci via.
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