Lo abbiamo già detto altre volte e non ci stancheremo mai di ripeterlo: non trovate strano anche voi che nei sussidiari in uso nella scuola primaria, protagonisti degli eventi storici raccontati siano sempre e soltanto uomini? Faraoni, scribi, schiavi, generali, soldati, imperatori, pastori… a prescindere dal ruolo sociale che ricoprono, le figure maschili sono di gran lunga preponderanti rispetto a quelle femminili, relegate il più delle volte alla cura della casa e della famiglia e dunque agli specchietti di approfondimento a fondo pagina. I bambini e le bambine poi sono sempre assenti, come se non fossero mai esistiti, come se l’infanzia fosse un’invenzione moderna o come se non meritassero sufficiente considerazione in un libro di storia.
Ma i bambini e le bambine che in terza elementare si approcciano allo studio della storia antica, hanno bisogno di sapere come vivevano i loro coetanei di migliaia di anni fa, affinché comprendano che al di là delle necessarie differenze dovute al salto temporale che li separa dalla civiltà egizia piuttosto che da quella romana, si è bambini allo stesso modo in qualsiasi epoca e comune è il desiderio di giocare, esplorare il mondo, divertirsi, imparare nuove cose, trovare rifugio e amore in un famiglia in grado di sostenere ciascuno nel suo processo di crescita.
Studiare la storia è un po’ come costruire un ponte che colleghi il presente al passato e che consenta ad ogni studente di poter incontrare, dall’altra parte, il suo omologo egizio o greco o etrusco o romano e attraverso quello sguardo, uguale al suo ma proiettato su un’altra realtà, scoprire come si viveva secoli o millenni fa.
E allora, quali strumenti alternativi o associati ai manuali di storia utilizzare per far sì che questo incontro avvenga? Una bellissima collana editoriale di cui, a tal proposito, vi abbiamo già parlato e che torniamo volentieri a suggerirvi è “Bambini nel tempo”, della casa editrice Lapis, collana nata in collaborazione con il British Museum di Londra. Dopo i primi due volumi Vita dei bambini nell’antico Egitto e Vita dei bambini nell’antica Grecia, è ora disponibile in lingua italiana il terzo libro della serie: Vita dei bambini nell’antica Roma. Usi, costumi e stranezze all’ombra del Colosseo di Chae Strathie con le illustrazioni di Marisa Morea (qui il booktrailer).
Chi ha già avuto modo di leggere i primi due libri, sa bene quanto ironico, pungente e malizioso sia lo stile narrativo adottato. Il racconto dell’infanzia in una determinata epoca si sviluppa attraverso un confronto costante con le abitudini di vita dei bambini di oggi e anche gli aspetti o le consuetudini più strane o inaccettabili del passato vengono presentate in chiave leggera e sarcastica, un po’ come quando dopo uno sciroppo amaro si butta giù un sorso di bevanda zuccherata per addolcire la medicina.
La struttura dell’opera è sempre la stessa. Il libro è diviso in sezioni tematiche, contrassegnate ciascuna da un colore diverso, che affrontano il tema dell’infanzia nell’antica Roma in ambiti diversi: l’istruzione, il cibo, la casa, gli animali domestici, i divertimenti, ecc.
Ovviamente questa volta per il colore della copertina non si poteva che scegliere il rosso, come il famoso rosso pompeiano, il colore degli affreschi delle case di Pompei, o il rosso porpora delle toghe degli imperatori.
Anche a Roma, come in Egitto o in Grecia, non tutti i bambini se la passavano bene; anzi la lettura in sequenza dei libri della collana può essere utile per sollecitare una riflessione dell’infanzia nell’antichità nelle varie epoche. Ieri come oggi nascere in una famiglia povera o ricca significava, nella stragrande maggioranza dei casi, avere il destino segnato nel bene o nel male.
Ma anche nascere maschio o femmina poteva fare la differenza: quando una donna partoriva, metteva il neonato ai piedi del padre; se questi lo prendeva in braccio era salvo, altrimenti poteva deciderle di rifiutarlo e affidarlo a qualcun’altro o farne uno schiavo. I maschi erano più preziosi delle femmine, quest’ultime trascorrevano la loro infanzia a darsi da fare in casa tra mille faccende domestiche, non potevano studiare oltre le elementari e diventavano spose giovanissime.
Le case non erano certo uguali per tutti; nascere ricco significava poter crescere in una ricca domus con bagno privato, riscaldamento, giardino e domestici. Nascere povero, invece, implicava dover stare stretti in una sola stanza, assieme a tutti i componenti del resto della famiglia, in un’affollatissima insula, l’antenato del palazzo a più piani moderno.
Oltre ad aspetti della vita in epoca romana senza dubbio più noti perché spesso se ne sente parlare anche nei documentari in televisione, come le lotte tra gladiatori negli anfiteatri di cui il Colosseo è il più importante, o eventi storici come l’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei ed Ercolano, sono tantissime le curiosità disseminate qua e là tra le pagine, che di sicuro lasceranno a bocca aperta per lo stupore o disgustato i piccoli lettori.
Proveranno ad esempio ribrezzo nel sapere che i loro coetanei romani non usavano la carta igienica, ma una spugna… condivisa! Riconsidereranno la fortuna di essere nati nel XXI secolo invece che nell’antica Roma dove agli scolari toccava andare a scuola tutti i giorni, domenica compresa, e magari faranno meno gli schizzinosi di fronte ad un piatto di verdure sapendo che i Romani mangiavano carne di ghiro o salsa di pesce! Per non parlare poi dei medicamenti a cui erano costretti in caso di graffi e cadute: una bella spalmata di cacca fresca contro lividi e strappi e un bagno di olio e formaggio inacidito per una faccia piena di brufoli, bleah!
Questo viaggio esplorativo nel mondo infantile romano servirà senza dubbio a comprendere la fortuna di essere nati in una società evoluta e tecnologica, al contempo però, proprio nella misura in cui vengono fortemente evidenziate le differenze tra passato e presente, aiuterà a capire quanto nonostante le difficoltà e la povertà di risorse i bambini romani fossero ugualmente capaci di divertirsi con quel che avevano: rincorrere un aquilone in un prato, combattere con spade di legno, giocare a dadi con gli astragali o con palle di stracci oppure con una scimmia o un pappagallo.
Conoscere le vite dei bambini di ieri può servire a riscoprire la genuinità delle piccole cose e perché no, può stuzzicare la creatività dei bambini di oggi e far loro inventare nuovi modi per trascorrere il tempo, quel tempo della noia che noi adulti ci preoccupiamo di riempire forzatamente di impegni e attività.
Un ruolo preponderante in ciascuno dei tre volumi della collana spetta alle immagini, senza le quali il testo sarebbe monco e di sicuro non sufficientemente esplicativo. Lo stile un po’ naïf e minimalista dell’illustratrice Marisa Morea combacia alla perfezione con il tono scanzonato del racconto. Laddove poi le battute di dialogo mancano, sono gli occhi dei vari personaggi, ora sgranati, ora sbiechi, ora immobili, a caricare di pathos ogni scenetta.
Nulla in questo come in tutti i libri della collana potrebbe essere raccontato e così minuziosamente descritto se, a monte, non ci fosse stato il lavoro degli archeologi e degli storici a suffragare la narrazione. Preme ricordarlo questo aspetto perché la dimensione quotidiana della vita umana nelle epoche storiche, soprattutto quella infantile, può essere narrata solo a partire dalle testimonianze materiali rimaste. Insomma, dall’archeologia non si può in alcun modo prescindere e ben lo dimostra il fatto che una delle più importanti istituzioni museali, il British Museum, sia partner di questo progetto editoriale.
Ebbene sì, l’archeologia può servire anche a questo: a permettere ai bambini del 2020 di conoscere i loro antenati bambini di più di 2000 anni fa.
Vita dei bambini nell'antica Roma. Usi, costumi e stranezze all'ombra del Colosseo.
I bambini scopriranno differenze e analogie con i loro coetanei dell’antichità: vita in famiglia, scuola, abiti e acconciature; il cibo, i giochi e le medicine. E poi gli dei, gli imperatori e i gladiatori… la storia dell’antica roma non è mai stata così divertente! Bucato al profumo di pipì. Scuola sette giorni su sette. Ghiri arrosto a colazione, cacca di capra contro i pidocchi e una morbida spugnetta collettiva per pulirsi il sederino! come dici? è una cosa tremenda? Beh, non hai tutti i torti! se pensi che la scuola, i fratelli e i lavoretti che ogni tanto ti tocca fare siano una bella rogna, se credi che davvero di passartela male, vieni a vedere come vivevano i tuoi coetanei nell’antica Roma!
Età di lettura: dai 7 anni
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Mi chiamo Giovanna e vivo in Puglia. Ho sempre avuto le idee molto chiare: a 8 anni sapevo già che avrei fatto l’archeologa. Per anni mi sono divisa tra gli scavi e montagne di mattoni, tegole e coppi. Chissà, forse sono fatta un po’ di argilla…
Poi, ho capito che dovevo raccontare l’archeologia ai bambini e dare un senso, una prospettiva al mio lavoro. E allora ho scoperto una cosa fondamentale: le storie sono l’unica cosa che ci lega al passato e al futuro e che nessuno potrà mai portarci via.
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