Immaginate di poter fare un viaggio a bordo di una speciale macchina del tempo. Il viaggio comincerebbe da molto lontano, addirittura più di 3 milioni di anni fa, nella fase iniziale della cosiddetta Età della Pietra, attraverserebbe epoche e continenti per consentirvi di assistere – come davanti allo schermo di un cinema – al divenire delle civiltà e del progresso scientifico umano, e approderebbe, infine, all’oggi, con tutte le sue contraddizioni e i suoi mille interrogativi.
Siete pronti per un simile viaggio? Beh, questa macchina speciale non esiste, perlomeno non ancora, in futuro chissà. Ma in compenso ci sono libri che hanno il potere di farci viaggiare con l’immaginazione e fornirci una prospettiva di tipo diacronico sui fatti storici, che solleciti a rintracciare elementi di continuità e di sviluppo o a cogliere, nelle differenze, gli elementi identitari di un popolo rispetto ad un altro.
Uno di questi è senza alcun dubbio il libro illustrato “La mappa del tempo. Scienza & tecnologia” di Peter Goes, di recente pubblicato in Italia dalla casa editrice Franco Cosimo Panini. L’albo, il cui grande formato dà in qualche modo la misura della densità e vastità del viaggio ideale che attende il lettore, raccoglie ben 36 mappe illustrate, ciascuna delle quali è dedicata ad un’epoca storica, dall’Età della Pietra, appunto, fino ai giorni nostri.
Ogni mappa è strutturata alla stessa maniera: le indicazioni di carattere generale, storico e cronologico, sul secolo o periodo considerato sono sintetizzate in un breve testo posto in genere in apertura o chiusura della mappa. Al centro della stessa vi è poi una grande tavola illustrata, assai dettagliata e popolata di operose figurine umane, che mostra alcune delle opere architettoniche, tecnologiche o scientifiche a cui è indiscutibilmente legata quella data epoca o civiltà.
Tra i particolari ed elementi delle illustrazioni si inseriscono poi ulteriori minitesti informativi che forniscono curiosità su invenzioni, conquiste scientifiche o sugli uomini e donne che, con le loro idee, hanno contribuito a rivoluzionare il mondo.
La quantità di notizie che si possono ricavare dalla disamina attenta di ciascuna mappa è davvero impressionante, quasi enciclopedica. Si scopre così, ad esempio, che la nostra attuale divisione di un’ora in 60 minuti, di una giornata in 24 ore, di un anno in 12 mesi e di un cerchio in 360 gradi derivano dall’anno sumero e dal sistema di numerazione mesopotamico basato sui multipli di 6; o ancora, che il primo personaggio storico ad aver avuto, probabilmente, bisogno di occhiali e ad aver utilizzato come tali delle pietre di smeraldo sia stato l’imperatore Nerone. L’inventore degli occhiali fu poi nel XIII scolo il monaco Alessandro Spina, che li riprodusse dopo averli visti fabbricare da un anonimo vetraio.
Così come tante sono le figure femminili, fautrici di importanti scoperte, a cui questo libro cerca a buon diritto di attribuire il riconoscimento che si meritano. Tra quelle menzionate, figurano Ada Lovelace, matematica inglese vissuta nel XIX secolo, che può essere considerata la prima programmatrice di computer della storia; l’inventrice americana Mary Anderson, che progettò nel 1903 il primo tergicristalli; e poi naturalmente la scienziata franco-polacca Marie Curie, vincitrice di due premi Nobel, e la paleontologa Mary Anning.
Peter Goes, l’autore di questo potente libro illustrato, ha alle spalle anni di lavoro nel campo dell’animazione e del teatro ed è autore di un altro albo illustrato, tradotto in diversi Paesi, “Timeline: A Visual History of Our World”, che ha riscosso un successo di critica unanime.
L’eco dei film di animazione ben si coglie anche in questo libro, a partire da quella fascia nera che, proprio come una pellicola cinematografica, attraversa tutte le pagine quasi fossero le diverse scene di un film. Sullo sfondo di questo nastro nero, come sul palcoscenico di un teatro, si agita una quantità impressionante di figurine umane, molte delle quali hanno i tratti somatici del volto appena accennati o appaiono assai stilizzate; è questa l’umanità anonima che non ha volto né nome, di cui i libri di storia non parlano mai al singolare ma solo al plurale. Di contro, più caratterizzati sono quei personaggi maschili e femminili al cui nome si associano invenzioni o scoperte eccezionali.
Anche la scelta di colori forti, come il viola o l’arancio, contribuisce ad amplificare e intensificare il linguaggio visivo dell’albo; l’effetto che se ne ricava è una sorta di stordimento, come perdersi in una selva di parole e immagini e al contempo percepire la potenza dello spazio attraversato.
Ogni mappa è poi un perfetto connubio di immagini e parole, dove queste ultime non si limitano ad accompagnare le prime ma ne entrano a far parte mescolandosi ad esse, grazie ad una magistrale e incredibile costruzione grafica di ogni doppia pagina.
Può, dunque, un libro come questo introdurre un ragazzino di 9-10 anno a quell’incredibile avventura che è lo studio della storia? Senza dubbio sì, nella misura in cui può fornire l’idea di quanto lunga, complessa ma anche straordinaria sia stata la strada del progresso attraversata dall’umanità nel corso dei millenni e di quanto fermento culturale e scientifico abbia animato uomini e donne in tutte le parti del mondo in ogni epoca.
La mappa del tempo.
Scienza & tecnologia
Un viaggio alla scoperta dell'evoluzione della civiltà in 36 mappe illustrate. Il libro risponde a tante domande con testi curiosi ed esaurienti sulle invenzioni e scoperte scientifiche che hanno cambiato per sempre la nostra vita. Quale metallo è stato lavorato per primo? Quando fu usato il primo orologio della storia? Dove è stata inventata la carta? In che anno è stato caricato il primo video di YouTube? A che cosa serve l'acceleratore di particelle? Ricca di fatti interessanti e sorprendenti, questa cronologia visuale accompagna i lettori nei meandri della storia, in un viaggio mozzafiato attraverso il tempo e lo spazio per conoscere donne e uomini che con le loro idee hanno definito il nostro mondo.
Età di lettura: dai 7 anni.
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Mi chiamo Giovanna e vivo in Puglia. Ho sempre avuto le idee molto chiare: a 8 anni sapevo già che avrei fatto l’archeologa. Per anni mi sono divisa tra gli scavi e montagne di mattoni, tegole e coppi. Chissà, forse sono fatta un po’ di argilla…
Poi, ho capito che dovevo raccontare l’archeologia ai bambini e dare un senso, una prospettiva al mio lavoro. E allora ho scoperto una cosa fondamentale: le storie sono l’unica cosa che ci lega al passato e al futuro e che nessuno potrà mai portarci via.
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