“L’epifania tutte le feste si porta via!”, recita un vecchio adagio popolare, non prima però che la Befana abbia distribuito qua e là le sue calze piene di carboni e dolciumi, la dose necessaria di zuccheri per affrontare con dolcezza l’anno appena iniziato.
E se oltre a caramelle, gommose, cioccolate e liquirizie nella calza ci finissero anche delle storie? Sgranocchiare mentre si è immersi nella lettura di un libro, abbracciati stretti alla coperta mentre fuori nevica è una delle cose per cui adorare l’inverno.
E allora cominciamo questo nuovo anno di “grandi letture per piccoli archeologi” consigliandovi ben due libri da mettere nella calza.
Il primo è l’ultimo arrivato della collana Celacanto della Laterza Editore: Il mistero della Sfinge tatuata di Giuseppe Culicchia, con le illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio.
Quando si parla di storia e archeologia tutti i bambini, a qualsiasi latitudine si trovino, pensano subito a due cose: i dinosauri e le piramidi. E Cecco e Chicca, i protagonisti della storia raccontata da Culicchia, non sono da meno. A dire il vero, tra i due gemelli, chi ha una passione smodata per l’Egitto antico è Chicca, Cecco invece è un fan di Star Wars ed è convinto che i faraoni non fossero altro che guerrieri dell’impero galattico.
In visita al Museo Egizio di Torino assieme alla maestra e ai compagni di scuola, i due bambini si ritrovano all’improvviso, con uno strano tatuaggio a forma di sfinge sul braccio, catapultati in un viaggio a ritroso nel tempo. Prima nel bel mezzo della Campagna d’Egitto Napoleonica di fine Settecento e poi, addirittura, ai tempi del faraone Chefren, quando la piramide di Micerino non esisteva ancora e la Sfinge era in costruzione.
Passando da un’epoca all’altra e imbattendosi in personaggi come Filippo, il tamburino di Napoleone – al seguito di quel Bernardino Drovetti la cui raccolta di reperti egizi sarebbe poi confluita nel Museo di Torino – o lo stesso Chefren, i due bambini colgono appieno il valore autentico della memoria, che è condivisione di conoscenze che hanno origini lontane, come riavvolgere un nastro e ascoltare dal principio la storia che vi è registrata.
Sicché in quei tablet che Cecco e Chicca portano con sé e che tanto stupore destano nei loro interlocutori, attratti da queste strane tavolette, è racchiusa l’intera sequenza di eventi che hanno scandito la storia della civiltà egizia e che trovano ora riscontro diretto nella testimonianza degli stessi protagonisti. Il passato che si ricongiunge con il futuro dunque e a far da collante quegli stessi segni inventati dagli antichi Egizi, poi trasformatisi in lettere dell’alfabeto e dunque in parole.
Noi Egizi abbiamo inventato la scrittura perché amiamo le storie. E una storia che ami ti entra dentro, diventa parte di te, proprio come l’inchiostro di un tatuaggio. E, cosa più importante, una storia che ami ti fa viaggiare nel tempo e nello spazio.
A far da cornice alla storia le belle illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio, dalle linee morbide, il tratto delicato e i volti fiabeschi, in un alternarsi continuo di chiaroscuri che ancor di più crea suspense e partecipazione emotiva nel lettore.
E per i giovani e incalliti egittologi a fine libro vi è un normografo per imparare a scrivere con i geroglifici.
Dall’Egitto alla Grecia di Omero. Il secondo libro che vi consigliamo è, infatti, l’Odissea di Carola Susani pubblicata da laNuovafrontiera junior con le illustrazioni di Lucia Scuderi.
Di riscritture del celebre poema omerico ne sono state prodotte diverse negli anni. Quella della Susani, rivolta ai bambini dai 7 anni in su, prende le mosse da una scelta precisa: raccontare il libro e non la storia di Ulisse e dare risalto a quei personaggi, come Telemaco e Penelope, spesso lasciati in ombra e sacrificati per dare maggiore risalto all’eroismo del protagonista.
Al centro di questa nuova versione dell’Odissea più che le avventure che scandiscono il ritorno a Itaca di Ulisse, vi è un’intera famiglia provata dall’assenza di colui che ne ha irrimediabilmente condizionato il destino: Telemaco cresce senza un padre, Penelope è per anni costretta a subire le pressioni e le provocazioni di uomini ostili, Anticlea, madre di Ulisse, muore di crepacuore e suo padre Laerte è un povero vecchio che ha ormai cura solo del suo orto. Una storia, a ben vedere, difficile da raccontare ai bambini, perché per farlo bisogna spiegare cos’è la sofferenza, la perdita, l’abbandono.
Anche questa volta, come nella riscrittura dell’Eneide e in Miti romani, Carola Susani sceglie di non edulcorare la realtà, stemperandone i passaggi più bruschi e sanguinosi, ma di restituire intatta al lettore tutta la forza narrativa dell’epica omerica, con il suo bagaglio di violenza, eroismo, intimità, emotività e sacralità. Perché a ben vedere la grandezza e immortalità degli uomini e delle donne protagonisti dell’Odissea sta proprio nella loro straordinaria umanità, che li rende non molto diversi da noi.
Una scelta precisa e consapevole quella dell’Autrice che si riflette anche nell’uso di un linguaggio, che non lesina l’uso di termini rari e desueti sapientemente mescolati con parole più comuni.
Le illustrazioni di Lucia Scuderi, dai tratti essenziali e i colori pastello, i volti sognanti o malinconici, scandiscono i momenti topici della storia e aiutano il lettore a figurarsi nella mente com’era per davvero il mondo descritto da Omero.
Due libri, insomma, per riascoltare storie già note a molti, ma di cui non ci si stanca mai per davvero.
Ora, se fossi un narratore antico chiederei l’aiuto della Musa invece mi toccherà far senza. Chiederò aiuto a voi che mi state a sentire, se mi scordo qualcosa, suggeritemi: sono sicura che questa storia la conoscete tutta, o quasi. Ma riascoltare le belle storie dà gran gusto.
Il mistero della sfinge tatuata
In gita con i compagni di classe al Museo Egizio di Torino. All’improvviso sul braccio di Cecco e Chicca compare un tatuaggio a forma di sfinge. Chi l’ha disegnato? La statua di Ramesse II? O il potente generale Grievous dell’armata dei droidi? E perché? Come è possibile che di colpo si trovino al cospetto del faraone? Quale mistero deve svelare Chefren? Età di lettura: 6 anni.
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Odissea
Carola Susani, accompagnata dalle belle illustrazioni di Lucia Scuderi, racconta con passione e rigore il grande poema omerico: il lungo, atteso, travagliato ritorno a casa di Ulisse dopo la vittoria sui Troiani e la sua lotta contro i proci a Itaca. Età di lettura: da 7 anni.
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Mi chiamo Giovanna e vivo in Puglia. Ho sempre avuto le idee molto chiare: a 8 anni sapevo già che avrei fatto l’archeologa. Per anni mi sono divisa tra gli scavi e montagne di mattoni, tegole e coppi. Chissà, forse sono fatta un po’ di argilla…
Poi, ho capito che dovevo raccontare l’archeologia ai bambini e dare un senso, una prospettiva al mio lavoro. E allora ho scoperto una cosa fondamentale: le storie sono l’unica cosa che ci lega al passato e al futuro e che nessuno potrà mai portarci via.
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