Quattro detective nell’antica Roma

Cecilia è una ragazzina di dodici anni assai sveglia e allegra; è cresciuta nella Suburra, un quartiere popolare dell’antica Roma, ma ogni giorno si sposta nei quartieri dove si trovano le domus più lussuose dei patrizi romani, come il Quirinale o il Palatino, perché il suo lavoro consiste nel pettinare le ricche ed esigenti matrone. Suoi amici di sempre sono Tito, un ragazzo cicciottello e pigro, figlio del titolare di una popina, una tavola calda, e Danae, una ragazzina dolce e sensibile e con un grande passione per la poesia.

Cecilia, Tito e Danae sono amici di Giulio, unico erede di una famiglia patrizia e figlio di una delle matrone che ama farsi acconciare i capelli da Cecilia. Giulio apprezza la genuinità dei suoi amici, si trova bene con loro anche se appartengono ad una classe sociale inferiore rispetto alla sua e non perde occasione per sfuggire al controllo del suo precettore e raggiungerli alla popina.

Cecilia, Tito, Danae e Giulio sono i quattro protagonisti dei due primi libri della collana “All’ombra del Colosseo” della casa editrice Lapis: Nei sotterranei del Colosseo e L’enigma della fibula d’oro, entrambi scritti da Valeria Conti con le illustrazioni di Giacomo Scoppola.

Al centro di ciascuno dei due libri, ambientati nei primi secoli della Roma imperiale, vi è un caso oscuro su cui i quattro ragazzi si ritrovano ad indagare per scovare il vero colpevole: nel primo caso la scomparsa della scimmietta Xeni di un ammaestratore armeno conosciuto nella Suburra, nel secondo caso il misterioso furto di una fibula d’oro di proprietà della madre di Giulio.

La ricerca della verità spinge i quattro amici a improvvisarsi detective e ad escogitare dei piani ingegnosi che possano servire a ripristinare la giustizia violata. Le indagini condotte dai ragazzi si sviluppano per le strade e i quartieri di Roma e questo offre all’autrice il giusto pretesto per raccontare ai lettori alcune consuetudini di vita degli antichi Romani e descrivere luoghi famosi come il Colosseo, il Foro di Nerva o la Domus Augustana. Alle abitudini di vita quotidiana, come il make-up delle matrone o i bagni pubblici, e alla topografia romana sono anche dedicate alcune pagine in coda alla storia, oltre ad una mappa all’interno della copertina, nel chiaro intento di coniugare la componente storico-divulgativa con quella più propriamente narrativa.

La scelta di personaggi bambini, in cui è facile per il giovane lettore riconoscersi e con cui istintivamente è portato a solidarizzare, e l’adozione di uno stile narrativo che alterna momenti di suspence ad altri più divertenti e ironici sono gli ingredienti che fanno di entrambi gli episodi due letture piacevoli, in grado di ricreare nella mente di chi legge le atmosfere storiche tipiche della Roma imperiale. La narrazione diventa così il pretesto per approfondire quegli aspetti legati, ad esempio alle difficili condizioni di vita dei bambini schiavi o ai gusti alimentari, che raramente trovano posto nei sussidiari di storia. La fiction, dunque, si conferma come in questi casi il canale più idoneo per accostare i bambini e le bambine alla conoscenza del mondo antico e destare in loro l’interesse per i luoghi e le tematiche storici oltre al desiderio di indagare le mille sfaccettature dell’umanità, per capire infine che non siamo poi cambiati così tanto rispetto agli uomini, alle donne e ai bambini che furono.