Questa volta non si tratta di veri e propri ArcheoKids, ma, potremmo dire, di Archeoteens.
E si sa, coinvolgere i bambini è relativamente semplice, ma con i teenagers è tutt’altra storia!
Eppure il quaderno didattico L’arte del costruire. Edilizia antica e storica (Firenze 2014) della collana “A scuola nei Parchi” edita da Parchi Val di Cornia è nato proprio dall’interazione di un progetto con un gruppo di studenti del biennio delle scuole superiori della Val di Cornia.
Come si specifica nella parte introduttiva, “Musei e teen spesso non parlano lo stesso linguaggio, né sembrano condividere gli stessi interessi”; anzi, spesso “il museo è un luogo che sembra parlare di sé ai giovani solo attraverso un elenco di divieti”.
Per questo il progetto “L’Arte del costruire” è nato come un progetto del fare e non dell’ascoltare.
E’ stato solo usando le loro mani che hanno assimilato alcune conoscenze e sono poi stati capaci di restituirle in una lezione finale, molto dinamica, che loro hanno “somministrato” a insegnanti e operatori.
Inoltre, ciò che hanno materialmente realizzato, è visibile all’interno del Centro di Archeologia Sperimentale del Parco Archeologico di Baratti e Populonia e dell’area della Rocca San Silvestro e rimane come testimonianza concreta di questo percorso.
Il quaderno, con i testi di Debora Brocchini, Marta Coccoluto e Cinzia Murolo, è stato presentato Sabato scorso a Piombino: non solo un bellissimo resoconto di questo progetto, ma un utile strumento didattico anche per chi voglia costruire esperienze simili di cui nella scuola c’è tanto bisogno.
Lavorando con i ragazzi e anche con i bambini ci rendiamo infatti conto di quanto spesso l’insegnamento delle materie come la storia manchi di concretezza e sia per loro qualcosa di sfuggente e di confinato in una dimensione quasi di novella.
Esperienze come queste fanno invece capire come siano quanto mai vere le parole “se vedo ricordo, se faccio capisco” e gli sguardi di alcuni dei ragazzi nelle belle foto che corredano il quaderno parlano da soli.
Il quaderno raccoglie le diverse esperienze vissute dai protagonisti del progetto e in particolare la costruzione in terra cruda (parco di Baratti e Populonia), l’edilizia di epoca medievale (Rocca S. Silvestro) e l’archeologia dell’architettura sperimentata nel centro storico di Piombino.
Diverse metodologie e procedure, diversi luoghi di applicazione, diversi orizzonti cronologici per costruire un percorso completo, ricco e stimolante.
I ragazzi, sotto la guida di Giorgio Alongi e Serenella Zucconi, si sono cimentati al parco di Baratti nella preparazione delle intelaiature lignee per l’opus craticium e nella realizzazione dei mattoni in terra cruda e dei telai per il pisé de terre che prendono spunto dalle strutture di epoca romana rinvenute sull’acropoli di Populonia.
Lo splendido scenario della Rocca S. Silvestro è stato invece l’occasione per imparare a conoscere, insieme a Giuseppe Alessandro Fichera, i materiali da costruzione di epoca medievale, imparare a sceglierli e apprendere le tecniche di lavorazione (scalpellinatura, preparazione della malta) per realizzare infine un tratto di muro come lo avrebbero costruito
gli antichi abitanti di quel villaggio.
L’ultimo step è stato fuori dai siti archeologici, nelle vie di Piombino, dove si svolge la vita quotidiana di molti dei protagonisti del progetto e dove ancora Giuseppe Alessandro Fichera li ha accompagnati alla scoperta di un nuovo modo di vedere le cose.
L’archeologia dell’architettura ha fornito loro un paio di occhi nuovi con cui sono adesso in grado di leggere sui muri quella storia tanto noiosa da studiare a scuola.
L’arte del costruire. Edilizia antica e storica
Vivo a Siena, una città in cui è impossibile non essere circondati dalla storia. Non volevo fare l’archeologa fin da piccola, ma credo di averlo capito al momento giusto.
Ho legato il mio cuore a siti speciali in cui ho avuto e ho la fortuna di lavorare e sono un discreto topo di biblioteca. Ma una delle cose che preferisco fare è condividere le storie che leggo nella terra con i bambini: occhi trasparenti e domande spontanee mettono a nudo l’archeologia e non ammettono risposte vaghe!
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