“Cosa leggi nonna? Una fiaba?”
“Sì, tesoro,una fiaba sull’origine degli animali, delle piante e di tutti gli esseri viventi. Se ti siedi qui vicino a me te la racconto”.
La piccola Claudine non se lo fece ripetere due volte e si arrampicò sul divanetto di vimini.
La nonna mise via il libro e cominciò: “C’era una volta un mondo completamente diverso da quello che oggi vediamo intorno a noi…”
Ci sono tanti modi per raccontare una storia, ad esempio partendo dall’ultima riga, dal momento in cui una donna, ormai anziana,e una bambina si ritrovano attorno ad un pacco misterioso e il sapere dell’una diventa chiave per esplorare e capire il mondo per l’altra.
Ho amato Lisette, la protagonista del nuovo volume della collana ‘Celacanto’ (Laterza Editore), Lisette e la scoperta dei dinosauri, di Valeria Conti e Giacomo Scarpelli, con le illustrazioni di Lucia Scuderi, sin dalla prima pagina. E anche se si tratta di una creatura di fantasia in mezzo a personaggi storici e di fama, mi piace pensare che un giorno da qualche parte una piccola Lisette sia esistita davvero e abbia, come tante altre donne, contribuito a rivoluzionare il modo di fare e concepire la scienza.
All’inizio, siamo nella Francia del 1807, Lisette è poco più che una ragazzina. Rimasta orfana di entrambi i genitori, vive in una catapecchia a due passi dalla miniera di gesso sotto Montmartre. Conosce le grotte della miniera come le sue tasche ed è convinta che in esse, un tempo lontano, si rintanassero i mostri e i draghi delle fiabe. Non le suscitano timore quegli antri bui e desolati, anzi in essi si avventura spesso, al bagliore fioco della sua lanterna, per recuperare i fossili che rivende ai collezionisti.
Ed è proprio in questo modo, grazie ai suoi traffici di ossa di ‘draghi’, che Lisette s’imbatte nel professor Cuvier, esperto di anatomia comparata al Museo di Scienze Naturali di Parigi. Quell’incontro cambierà il destino di entrambi: di Lisette che, grazie allo scienziato, troverà una famiglia disposta ad accoglierla e a farla studiare, di Cuvier che, aiutato dalla piccola cacciatrice di fossili, riuscirà ad evitare il rischio di chiusura del Museo paventato da Napoleone in mancanza di nuove sensazionali scoperte.
Da questo momento in poi, Lisette diventa l’assistente del professor Cuvier, sostenitrice e coautrice dei suoi ritrovamenti ma anche complice delle sue scorpacciate di pasticcini. È grazie alla fantasia e all’esuberanza di Lisette, che trasforma in aquilone il disegno delle ossa di una strana creatura dissotterrata in Baviera, che Cuvier, ad esempio, intuisce l’esistenza di uno strano rettile volante: il pderodattilo.
Ormai diciannovenne, partita con Cuvier alla volta dell’Inghilterra, Lisette sarà protagonista di un’altra scoperta: un lucertolone con i denti da coccodrillo e capace di reggersi sulle zampe posteriori, il Megalosauro, un dinosauro dalle proporzioni enormi vissuto milioni di anni prima, in un periodo in cui la Terra era popolata da grandi carnivori ed erbivori e in cui l’uomo non avrebbe avuto alcuna possibilità di sopravvivenza.
Ma perché ad un certo punto i dinosauri si sono estinti? Cuvier era dell’avviso che la spiegazione dovesse essere ricercata nelle catastrofi naturali, come il Diluvio universale descritto nella Bibbia. Lamarck invece, altro scienziato dell’epoca, sosteneva che le specie animali e vegetali non fossero immutabili ma destinate a trasformarsi e dunque adattarsi all’ambiente e al clima, quindi spinte verso l’evoluzione.
Lisette è convinta invece che la spiegazione reale dell’estinzione dei dinosauri sia da ricercarsi altrove e che le teorie di Cuvier e Lamarck siano come i “brandelli di una mappa del tesoro stracciata”, di cui manca il pezzo più importante.
E quel pezzo, quasi mezzo secolo dopo, Lisette lo trova finalmente nel pacco misterioso che sua nipote Claudine le consegna. Al suo interno, il libro di Darwin sull’evoluzione della specie, l’opera che ha rivoluzionato le teorie evoluzionistiche motivando l’estinzione di alcune specie e la sopravvivenza di altre con la legge della selezione naturale.
Ora sì che la storia è conclusa e si può raccontare dal principio.
I bambini, si sa, amano i dinosauri e tutto ciò che attorno ad essi ruota. L’enormità e la mostruosità di questi esseri vissuti in un’epoca lontanissima, difficile anche solo da immaginare, e l’alone di mistero che li avvolge sono elementi più che sufficienti per alimentare la curiosità e creare un facile consenso. La storia di Lisette aggiunge qualcosa in più a quanto sinora scritto e detto a tal proposito: gli enigmi della scienza e le risposte possibili degli scienziati, la percezione nitida che la complessità del mondo può essere decifrata solo attraverso la passione, il rigore e lo studio di chi ad esso si accosta con un sguardo scientifico e non dilettantistico. Ed è questo il pregio maggiore di questo libro e la ragione per cui bisognerebbe leggerlo e farlo leggere ai bambini.
E poi, lasciatemelo dire, è un libro che celebra la fantasia, l’estro e l’intelligenza delle donne. E in un mondo dove gli stereotipi sono duri a morire, non è poca cosa.
Lisette e la scoperta dei dinosauri
La piccola Lisette avanza nella grotta al lume tremolante della lanterna. Anche se non è la prima volta che vi entra, freddi brividi le corrono lungo la schiena ossuta. Poi lo vede. L'occhio di pietra la fissa come fosse ancora vivo. Sono milioni di anni che nessuno aveva più visto quella lunga testa con una cresta su un lato. Età di lettura: da 6 anni.
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Mi chiamo Giovanna e vivo in Puglia. Ho sempre avuto le idee molto chiare: a 8 anni sapevo già che avrei fatto l’archeologa. Per anni mi sono divisa tra gli scavi e montagne di mattoni, tegole e coppi. Chissà, forse sono fatta un po’ di argilla…
Poi, ho capito che dovevo raccontare l’archeologia ai bambini e dare un senso, una prospettiva al mio lavoro. E allora ho scoperto una cosa fondamentale: le storie sono l’unica cosa che ci lega al passato e al futuro e che nessuno potrà mai portarci via.
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