Nella sezione #guestpost oggi ospitiamo la bellissima testimonianza di Alessandra Mezzasalma, archeologa e guida turistica di Roma, che ci racconta non solo quanto bello e divertente sia il suo lavoro a contatto con i bambini, ma anche la sua partecipazione alla Giornata Internazionale delle Guide dello scorso 21 febbraio.
Buona lettura e brava Alessandra!
Mi chiamo Alessandra Mezzasalma, sono un’archeologa e guida turistica di Roma.
Amo lavorare con i bambini, mi piace tentare di coinvolgerli nella comprensione della storia, mi piace giocare con loro e soprattutto far loro domande, invitarli ad osservare. Vi racconto come è nata questa passione.
Sono nata e cresciuta a Roma e sin da bambina amavo disegnare ed ero attratta dall’arte e dalla tipica immagine romantica delle rovine archeologiche immerse nel verde. Da adolescente andavo spesso ai giardini del Palatino a leggere o passeggiare con qualche amico. E proprio in quell’area ho avuto la fortuna di iniziare le mie prime esperienze sul campo come archeologa, scavando alle pendici del Palatino. Poi la passione per l’archeologia del Vicino Oriente, per la Preistoria e l’Antropologia e l’opportunità di scavare per anni in Turchia e Siria.
Il reale interesse alla divulgazione scientifica e alla didattica è esplosa con entusiasmo durante il corso di Specializzazione in Archeologia, quando il Professore Giovanni Scichilone mi ha introdotta alla Museologia.
La prospettiva su come ero abituata a pensare i musei e la divulgazione si è capovolta – fortunatamente – e l’attenzione si è rivolta al pubblico, alle specifiche esigenze dei differenti fruitori. Ho così iniziato a notare l’eccessiva altezza delle vetrine dei musei, non pensate per i più piccoli; l’inutilità delle didascalie, quando scritte in un linguaggio troppo specialistico; gli spazi museali polverosi in cui impossibile sedere o riposare; la troppo frequente assenza di spazi pensati per bambini, necessari per metterli a loro agio, farli sedere, toccare e avere esperienza diretta e personalizzata della storia e dell’arte.
Quando ho iniziato a fare la guida turistica, ingenuamente credevo che parlare ai bambini fosse più semplice del parlare agli adulti. Poi iniziai a lavorare con le scuole e con gruppi di famiglie con bambini: avevo sottovalutato la logica della curiosità, il bisogno di attenzione e contatto
fisico dei bambini! Mi resi conto che avevo bisogno di trovare un canale di comunicazione completamente diverso, in cui diveniva fondamentale capire come parlare e scegliere meglio gli argomenti di cui parlare.
Ho così iniziato a pormi alla loro altezza, sedendomi tra di loro, prendendoli per mano, modulando la voce e giocando con loro. Solo così sono riuscita a trovare il mio modo personale di comunicare con i più piccoli.
Con l’esperienza sono arrivata a credere che sia fondamentale trasmettere nozioni e informazioni ai bambini attraverso forme di comunicazione differenziate e partecipative (come ad esempio storytelling, gioco, recitazione). Fondamentale è coinvolgere i bambini in un’esperienza divertente, in cui possano partecipare individualmente. Il divertimento è un efficace veicolo di istruzione, come dimostra il gioco e il teatro. È proprio giocando che si impara a relazionarsi con gli altri, conoscersi, imparare storie e rispettare regole. E l’ho sperimentato con grande successo!
Infatti, qualche mese fa ho partecipato con alcune colleghe romane, che amano come me lavorare con i bambini, alla Giornata Internazionale delle Guide (GIG 2016). Già era un po’ di tempo che ci riunivamo per condividere idee per migliorare le visite che proponiamo ai bambini di scuole o a famiglie con bambini di età diverse. Abbiamo condiviso idee di giochi, proposte di visite didattiche in cui poter usare una serie di materiali con cui far giocare i bambini o con cui aiutarli a comprendere meglio la storia di Roma.
Quindi in occasione della GIG 2016, abbiamo creato uno spazio ludico dal tema “Roma Antica”, dove invitare grandi e piccini a giocare con noi. Così abbiamo iniziato a collezionare tutta una serie di materiali facili da trasportare e reimpiegare anche durante i nostri tour, ispirandoci ai giochi antichi e tradizionali più popolari: gli astragali; le noci, che i bambini romani usavano alla maniera delle più moderne biglie; le cosiddette tabulae lusoriae, riprodotte su tovagliette che si possono arrotolare; gessi, con cui disegnare a terra le campane.
Abbiamo creato uno spazio in cui parlare del cibo degli antichi e in cui insegnare a riconoscere gli odori, i colori, l’aspetto delle spezie e piante aromatiche comuni nell’antichità e che ancora oggi usiamo nelle nostre cucine o farmacie.
Poi si è pensato di affidare il racconto di miti e leggende antiche al teatro e ai pupazzi. Abbiamo realizzato dei pupazzi tipo Amigurumi nelle sembianze di Romolo, Remo, la Lupa, Rea Silvia, insomma i leggendari personaggi relativi alla nascita di Roma e abbiamo adottato il kamishibai, teatro portatile in valigia di origine giapponese, per raccontare alcune storie
di miti antichi.
Non sono mancati giochi per sfogare la grande energia fisica e voglia di movimento di cui necessitano i bambini: gare di bighe e quadrighe; il gioco della gru; una sorta di ruba bandiera all’antica.
Ci siamo talmente tanto divertite e le attività che abbiamo organizzato hanno avuto talmente tanto successo che abbiamo costituito un gruppo di guide specializzate: le LudoGuide.
Come tali riproporremo una serie di attività ludiche collegate alla divulgazione della storia antica all’interno di altre manifestazioni pubbliche, come il prossimo Festival Pe’ Strada organizzato da Emergency dal 6 all’8 Maggio 2016 a Roma, lungo Via dei Fori Imperiali.
Quello che generalmente mi auguro alla fine di una visita guidata o di un laboratorio didattico è che i bambini ne serbino un ricordo piacevole e sviluppino il desiderio di ripetere un’esperienza analoga. Saranno loro poi a selezionare le informazioni che più li hanno colpiti, in base alla loro personalità e alle loro esperienze future.
Vorrei che i bambini imparassero ad associare la piacevolezza dell’esperienza vissuta all’abitudine dell’ascolto, a frequentare musei, siti archeologici e spazi culturali in genere. Vorrei che crescessero come cittadini consapevoli dello straordinario valore culturale ed educativo del nostro Patrimonio Storico Ambientale, conoscendone la storia e identificandosi in esso. Come guide turistiche credo che abbiamo un compito di grande responsabilità nei confronti delle persone a cui parliamo e delle storie che raccontiamo.
La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande.
H.G. Gadamer
Archeologa e guida turistica di Roma
Meraviglioso,