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Arjuna Cecchetti ha seguito l’esempio della nostra Giovanna: ci ha proposto un guestpost con una recensione di uno dei bellissimi libri Usborne! E non ci abbiamo pensato due volte a pubblicare le sue riflessioni su “I cavernicoli”. Buona lettura!
L’albo ‘I cavernicoli’ (edizioni Usborne, 24 pp., a cura di Fiona Watt e illustrato da Paul Nicholls) è di quelli con adesivi’attacca&stacca’ che si applicano agli scenari appositamente studiati. Questo albo presenta efficaci indicazioni sui caratteri fondamentali di ciascun aspetto della preistoria (viene sostanzialmente presentato il paleolitico superiore caratterizzato dalle manifestazioni culturali dei Cro-magnon). Le indicazioni riguardano la vita quotidiana nelle caverne, la realizzazione del vestiario di pelle, degli utensili, la preparazione dei pasti, le strategie di caccia, i villaggi di capanne, la spiaggia e udite, udite gli archeologi che scavano il sito di grotta! Particolarmente affascinanti sono gli scenari proposti per la caccia del caribù, dove si dice che gli uomini della preistoria scoprivano nuove terre anche seguendo gli spostamenti degli animali migratori come il caribù, appunto. Altro scenario suggestivo è quello dedicato alle capanne realizzate con ossa di mammut, le cui tracce sono state effettivamente rinvenute nelle pianure ucraine, e ovviamente l’immancabile ambientazione dedicata all’arte rupestre con disegni ispirati a quelli di Altamira, Lascaux e a quelli (meravigliosi) della Grotta di Chevaux. In generale le informazioni testuali sono coincise e danno poco adito ad interpretazioni e dubbi, e questo mi sembra buono per non mettere in difficoltà genitori che non fanno i presitorici di professione. Simpatiche e filologicamente corrette o almeno verosimili sono le immagini usate per gli steakers: uomini preistorici con lance con punta di selce, ragazze e donne ornate di collane d’osso e perline, altri che preparano i colori per le pitture rupestri, chi prepara i cibi affumicandoli, chi li sotterra nel permafrost etc. Da citare sono il tizio che spruzza il colore sulla mano per imprimerne la forma sulla parete della grotta, la donna che concia la pelle tirandone un lembo con la bocca e raschiando via i tessuti interni con un raschiatoio di selce, e anche la scena dell’evisceramento del capriolo non è male. Infine, l’ultimo scenario è dedicato agli archeologi preistorici che scavano in grotta, anche qui i dettagli sono abbastanza corretti: sezioni a piombo, trowel, caschetti antinfortunistici, studentesse e studenti, etc. C’è anche il professore hippie con i capelli bianchi al vento, roba molto anglosassone. In ogni caso oltre ad essere ben curati, a intrigare è il fatto che prendono in considerazione la figura professionale dell’archeologo, da riflettere. Ps…la cosa meno filologicamente corretta è il titolo.
L’albo ‘I cavernicoli’ (edizioni Usborne, 24 pp., a cura di Fiona Watt e illustrato da Paul Nicholls) è di quelli con adesivi’attacca&stacca’ che si applicano agli scenari appositamente studiati. Questo albo presenta efficaci indicazioni sui caratteri fondamentali di ciascun aspetto della preistoria (viene sostanzialmente presentato il paleolitico superiore caratterizzato dalle manifestazioni culturali dei Cro-magnon). Le indicazioni riguardano la vita quotidiana nelle caverne, la realizzazione del vestiario di pelle, degli utensili, la preparazione dei pasti, le strategie di caccia, i villaggi di capanne, la spiaggia e udite, udite gli archeologi che scavano il sito di grotta! Particolarmente affascinanti sono gli scenari proposti per la caccia del caribù, dove si dice che gli uomini della preistoria scoprivano nuove terre anche seguendo gli spostamenti degli animali migratori come il caribù, appunto. Altro scenario suggestivo è quello dedicato alle capanne realizzate con ossa di mammut, le cui tracce sono state effettivamente rinvenute nelle pianure ucraine, e ovviamente l’immancabile ambientazione dedicata all’arte rupestre con disegni ispirati a quelli di Altamira, Lascaux e a quelli (meravigliosi) della Grotta di Chevaux. In generale le informazioni testuali sono coincise e danno poco adito ad interpretazioni e dubbi, e questo mi sembra buono per non mettere in difficoltà genitori che non fanno i presitorici di professione. Simpatiche e filologicamente corrette o almeno verosimili sono le immagini usate per gli steakers: uomini preistorici con lance con punta di selce, ragazze e donne ornate di collane d’osso e perline, altri che preparano i colori per le pitture rupestri, chi prepara i cibi affumicandoli, chi li sotterra nel permafrost etc. Da citare sono il tizio che spruzza il colore sulla mano per imprimerne la forma sulla parete della grotta, la donna che concia la pelle tirandone un lembo con la bocca e raschiando via i tessuti interni con un raschiatoio di selce, e anche la scena dell’evisceramento del capriolo non è male. Infine, l’ultimo scenario è dedicato agli archeologi preistorici che scavano in grotta, anche qui i dettagli sono abbastanza corretti: sezioni a piombo, trowel, caschetti antinfortunistici, studentesse e studenti, etc. C’è anche il professore hippie con i capelli bianchi al vento, roba molto anglosassone. In ogni caso oltre ad essere ben curati, a intrigare è il fatto che prendono in considerazione la figura professionale dell’archeologo, da riflettere. Ps…la cosa meno filologicamente corretta è il titolo.
I cavernicoli
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Per tutti i bambini che amano la preistoria, un libro con spiritose scenette da completare a piacere attaccando gli oltre 400 adesivi dell'inserto centrale. Età di lettura: da 4 anni.
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Arjuna Cecchetti, archeologo preistorico, collabora con al Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e dal 2009 organizza laboratori didattici per le scuole dell’infanzia e primaria.
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