Una sala conferenze di un museo archeologico, tante sedie rosse tutte uguali e tante persone concentrate che ascoltano; microfoni fissi e mobili, una telecamera su un altissimo cavalletto; un logo inequivocabile sul cartellino al collo dei relatori.
Che cosa ci fa questa foto di bambini proiettata ad un incontro alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum?
Mettiamo subito le cose in chiaro: questo non è un incontro qualunque. All’ombra dei templi greci di Era e Atena, nella terra delle mozzarelle di bufala, seduti al tavolo dei relatori si trovano i cosiddetti “archeoblogger”, che si rivedono ad un anno dal primo incontro. Chi sono gli archeoblogger? Sono tutti quegli archeologi che utilizzano Internet per raccontare il proprio lavoro, con parole, immagini e video su blog e social network. Anche noi di Archeokids siamo degli archeoblogger e, se dopo neanche due mesi di vita, siamo stati invitati a partecipare, significa che la strada percorsa finora è stata sicuramente benaugurante.
Di che cosa hanno parlato gli archeoblogger per tutto il pomeriggio?
Sappiamo che sul Web tutto succede in fretta, a velocità più che doppia rispetto alla vita reale. Perciò, dopo un anno, gli archeoblogger avevano molto da dirsi e molto di che discutere; così, l’organizzatrice Cinzia Dal Maso (Filelleni) ha concentrato l’attenzione su tre argomenti principali: la comunicazione via social network dei musei e degli organi del MIBACT, i blog e… una sorpresa in anteprima!
Al tavolo dei relatori erano sedute anche le nostre Elisabetta e Giovanna. Questa volta niente attività con i bambini da organizzare, niente laboratori da seguire, ma un compito ben preciso: raccontare Archeokids come voce nuova tra i blog di archeologia. Giovanna ha iniziato parlando di come è nato il blog, dei suoi obiettivi, del nostro punto di vista sull’archeologia dei bambini: ma tutto questo i nostri lettori più affezionati lo conoscono già dal post inaugurale dello scorso settembre. Cosa è stato detto di nuovo?
Giovanna ha riflettuto sulla strada percorsa in questi due mesi e sui prossimi obiettivi. Strada disseminata dagli argomenti oggetto dei post: dalle attività a Vignale raccontate da Elisabetta, Samanta e Francesco alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo dalle parole della stessa Giovanna, passando per le riflessioni della nostra fidata operatrice didattica, Nina.
La strada è proseguita con l’inaugurazione della rubrica “Grandi libri per piccoli lettori”, avvenuta la scorsa settimana con “Il piccolo Cesare” e che presto si arricchirà di nuovi consigli (gli scaffali delle nostre librerie si stanno velocemente riempiendo di nuovi libri…).
I primi guestpost sono uno dei frutti di quello che avviene dietro le quinte del blog: riceviamo infatti molti messaggi con richieste di consigli, richieste di condivisione di laboratori e di varie iniziative dal Nord al Sud Italia tramite la nostra pagina Facebook che ci hanno portato ad aggiungere la sezione “Vuoi partecipare?” alla home page, in modo da riuscire ad organizzare meglio questo entusiasmante fermento partecipativo.
Il prossimo obiettivo è quello di creare un filo diretto con scuole e insegnanti, al fine di potenziare e ottimizzare la nostra comunicazione, magari dando la possibilità agli stessi bambini di proporre spunti per i nuovi post.
Elisabetta si è invece soffermata sulla responsabilità degli archeologi nel far capire ai bambini che il loro mestiere, seppur particolare perché ha a che fare con il nostro passato, è un lavoro come tutti gli altri. Come tutti gli altri, l’archeologo deve infatti lavorare tutti i giorni (non solo “quando si trova qualcosa”) e deve vivere con quello che guadagna. Non è un lavoro eccezionale, non saltiamo da un pericolo all’altro come Indiana Jones. I bambini saranno gli adulti di domani e dedicare loro il giusto tempo per educarli ad essere responsabili verso il patrimonio culturale e il passato non è certo tempo perso. La riprova che non stiamo scherzando la potete trovare nella storia di “Giù le mani dalla nostra storia”, pubblicata da Elisabetta nel post della settimana scorsa.
La presentazione di Archeokids è avvenuta durante la sezione dedicata ai blog, ma anche il resto dell’incontro ha toccato temi che ci interessano da vicino. La sezione sui social network e musei si è rivelata uno dei momenti centrali vista la presenza di Anna Maria Buzzi, Direttore Generale della Valorizzazione al MIBACT e ha visto Alessandro D’Amore di Svegliamuseo, Astrid D’Eredità, esperta in comunicazione social nei beni culturali e non solo, Marina Lo Blundo e Stefano Rossi, che si occupano della comunicazione online per le Soprintendenze archeologiche di Toscana e Liguria, impegnati in un dialogo costruttivo per migliorare la comunicazione social dei musei e del MIBACT.
La sorpresa, già parzialmente anticipata nel video di presentazione dell’evento, è in verità una vera e propria anteprima: un libro di Archeostorie, in cui 30 archeologi raccontano la varietà del proprio lavoro, a partire da aneddoti e storie di vita vissuta. Il libro è rivolto agli studenti universitari ma anche a quelli del liceo, con l’obiettivo di mostrare che l’archeologia non è solo scavo ma tanto altro. C’è chi si occupa di illustrazioni, chi di archeologia sperimentale, chi di crowdfunding, archeologia sociale, comunicazione tramite social, video, web-radio e via dicendo. Un mosaico di nuove professionalità dell’archeologia odierna, al cui interno si troverà anche un capitolo a firma di Giovanna in cui si parla di attività didattiche con i bambini. Il libro, curato insieme a Cinzia Dal Maso ed edito da Cisalpino Editore, uscirà a Maggio 2015. Per cui, bisogna attendere ancora un po’.
Dopo aver concluso il loro compito e dopo aver fatto incetta di idee e spunti nuovi per il futuro tra gli stand della Borsa, i rappresentanti di Archeokids non hanno trovato di meglio da fare che una passeggiata tra i templi di Paestum, al tepore di un incredibile sole novembrino.
Ed è con questa foto che salutiamo tutte le persone che abbiamo conosciuto/incontrato di nuovo in questi giorni e che hanno allietato la prima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Archeokids.
C’era una volta un bambino di nome Francesco che, dopo aver trascorso infanzia e adolescenza visitando siti greci e romani nel Mediterraneo, sa che diventerà archeologo. Si iscrive all’università di Siena convinto di studiare le antichità classiche ma ben presto capisce non c’è cosa più bella di condividere e vivere l’archeologia e le sue storie con tutti, bambini compresi. E continua a farlo anche dopo aver terminato il suo dottorato in archeologia pubblica.
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