L’infanzia è spesso la culla delle nostre passioni. Per molti di noi, vale il principio del “Lo facevo già da piccolo e continuo a farlo ora”, incuranti di qualsiasi osservazione, critica o divieto che ci possa arrivare. Quando ci sono di mezzo le passioni, non si tratta di decidere se seguirle o meno: ci sono e basta!
Poi per alcuni diventano un lavoro, per altri continuano a essere elementi caratterizzanti il tempo libero, per altri ancora un modo per uscire dalla quotidianità.
In questo post cercherò di riflettere su 5 passioni che possono spingere a voler diventare archeologo. Per provare a rendere l’esperimento più concreto, ho scelto un bambino a caso, quello che conosco meglio, cioè me stesso!
1. Collezionare dinosauri
Un bambino cresciuto negli anni ’90 ha vissuto una delle epoche d’oro dei dinosauri. All’uscita di Jurassic Park nel 1993 è seguito un gran numero di raccolte da collezione che hanno stimolato la fantasia di tutti noi. Parliamoci chiaro: se uno dei luoghi comuni di oggi è che l’archeologo scava dinosauri lo si deve al grande successo dei grandi rettili negli anni ’90. Poi volete mettere sognare di trovare grandi pachidermi piuttosto che qualche coccio rotto? Ma è così che nascono le passioni…
LIVELLO 1: PASSIONE DA SOGNO
2. Film di Indiana Jones
I film di Indiana Jones hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’immaginario collettivo della figura dell’archeologo. Purtroppo o per fortuna, difficile da dire. Scrivo questo perché, insomma, io ho sempre trovato assurdo che ci fossero continuamente nemici da combattere, ogni volta tutti concentrati sullo stesso obiettivo che, una volta raggiunto, finisce inevitabilmente per essere distrutto. Ho sempre pensato a Indiana Jones come a Indiana Jones, una categoria a sé, l’equivalenza Indiana Jones = archeologo non ha mai attecchito. Non che non mi divertissi a guardare i film, ma era una passione disinvolta, sapevo che non avrei mai rischiato la vita ogni volta come lui. Poi se qualche mio amico mi chiama Indy quando torno nel mio paese dopo tanto tempo fuori, nessun problema: prima o poi riuscirò a convincerli che l’archeologo fa altro.
LIVELLO 2: PASSIONE ULTRAS
3. Scaffali infiniti di libri
Quando non ci si accontenta più di relegare l’archeologia a momenti di svago, siamo già molto avanti. Alle elementari il confine tra storia e archeologia era molto labile, soprattutto mancando una vera e propria educazione a riguardo. Io non ho mai avuto la fortuna di avere in classe degli archeologi, per cui la mia idea di archeologia era vaga, legata principalmente alle letture che facevo. La pila di libri di storia, di qualsiasi genere e riferita ai periodi storici più disparati, è sempre stata molto alta: dai miti greci all’Iliade e l’Odissea (per bambini!) a passare a leggere (in italiano!) Senofonte e Tucidide, la caduta di Costantinopoli di Runciman prima di finire le medie c’è voluto poco. Senza dimenticare i romanzi storici! Però la mia prima idea di archeologia è stata segnata a 8 anni dalla raccolta Deagostini con i fogli a buchi da dividere nei vari faldoni tematici.
LIVELLO 3: PASSIONE ALIMENTATA
4. Viaggiare senza sosta
Se tra le passioni a cui non si può rinunciare c’è anche quella del viaggio, allora il quadro si sta componendo di tutte le sue parti. Viaggiare molto fin da piccolo mi ha permesso di vedere l’archeologia con i miei occhi e subirne il fascino, sentirne il rispetto e svilupparne le suggestioni: entrare a 7 anni nei templi di Paestum, un mese di Grecia da Creta alle Meteore a 10 anni, la maestosità di Pompei e Villa Adriana subito dopo. Quando poi capitava di vedere gli archeologi al lavoro, avresti voluto superare la recinzione e andare a scavare con loro, piantando in asso i genitori e la spiaggia che ti aspettava, preferendo un altro tipo di sole e di sabbia. Ma gli archeologi lavorano veramente in questi luoghi fantastici?
LIVELLO 4: PASSIONE UNIVERSALE
5. Uno stile di vita
Se i quattro punti precedenti possono comunque accomunare molti bambini, il quinto non è una vera e propria passione ma una consapevolezza da raggiungere. Se seguire le tue passioni non ti basta perché ti accorgi che da grande vorresti fare quello che hai iniziato a sognare al livello uno e che hai portato avanti nel corso degli anni, allora sei fregato. Ma ci si arriva con il tempo, e se ne è sicuri quando vedi che qualsiasi altra scelta che puoi pensare di fare non ti convince per niente. Però non basta voler essere archeologi, perché quello dell’archeologo è un mestiere come tutti gli altri, bisogna studiare tanto e a lungo, è un mestiere profondamente immerso nella società contemporanea, con tutti i suoi pro e i molti contro. Una volta superato questo shock, averne apprezzato i lati positivi sentendosi pronto a sopportare quelli negativi allora sai che l’archeologia è uno stile di vita di cui non puoi fare a meno.
LIVELLO 5: PASSIONE REALE
Fortunatamente esiste il livello 5. Un altro luogo comune è che tutti vogliono fare gli archeologi. Però non tutti possiamo esserlo. Molti ne sono appassionati, fin da bambini, ma la vita reale è dura, come per molti altri lavori. Essere educati a conoscere correttamente e a rispettare il patrimonio culturale significa avere maggiore consapevolezza di ciò che si ha di fronte e anche delle scelte che si faranno. Ma non per questo gestire le proprie passioni sarà più facile, soprattutto quando si cresce con un’idea ben precisa in testa!
C’era una volta un bambino di nome Francesco che, dopo aver trascorso infanzia e adolescenza visitando siti greci e romani nel Mediterraneo, sa che diventerà archeologo. Si iscrive all’università di Siena convinto di studiare le antichità classiche ma ben presto capisce non c’è cosa più bella di condividere e vivere l’archeologia e le sue storie con tutti, bambini compresi. E continua a farlo anche dopo aver terminato il suo dottorato in archeologia pubblica.
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